Matrimonio & Convivenza
Matrimonio / Convivenza.
Le differenze tra matrimonio e convivenza sono diventate sempre più sottili negli anni, con la legge che ha esteso ai conviventi molti dei diritti precedentemente riservati ai coniugi.
Mentre un tempo il matrimonio garantiva una coppia unita e riconosciuta legalmente, mentre la convivenza era considerata solo un'unione di fatto, oggi la legge si concentra sulla finalità della coppia di costituire una famiglia basata sulla reciproca assistenza e solidarietà, piuttosto che sul tipo di legame formale.
Ecco alcune delle principali differenze tra matrimonio e convivenza:
- Rapporti con i figli:I figli di una coppia sposata sono automaticamente riconosciuti dal padre. Tuttavia, il padre ha il diritto di contestare tale presunzione di paternità entro cinque anni dalla nascita, tramite un test del DNA.
I figli di una coppia di conviventi devono essere riconosciuti dal padre. In caso contrario, sia la madre che il figlio maggiorenne possono citare in giudizio il presunto padre per accertare la paternità tramite un test del DNA. - Rapporti personali tra le parti:Nel matrimonio, ci sono doveri di convivenza, fedeltà, reciproca assistenza e contribuzione ai bisogni familiari.
Nella convivenza, i partner devono solo assistersi reciprocamente e contribuire ai bisogni familiari, senza obbligo di fedeltà o convivenza. In caso di separazione, non è possibile richiedere il rimborso delle spese fatte per la casa o il partner, a meno che siano proporzionate alle esigenze familiari. - Rapporti economici tra le parti:Nel matrimonio, i coniugi entrano automaticamente nel regime di comunione dei beni. Tutto ciò che viene acquisito dopo il matrimonio è di entrambi, anche se è finanziato da uno solo dei coniugi. È possibile optare per la separazione dei beni prima del matrimonio o modificarla in seguito.
Nella convivenza, non c'è comunione dei beni a meno che i partner non firmino un patto di convivenza per regolare i rapporti patrimoniali in caso di separazione. - Mantenimento:Nel caso di matrimonio, il coniuge economicamente più forte deve versare un assegno di mantenimento all'ex coniuge in caso di separazione o divorzio, garantendo un tenore di vita simile a quello durante il matrimonio.
Nella convivenza, non c'è un obbligo di mantenimento, a meno che sia previsto diversamente in un patto di convivenza. - Eredità:I coniugi sono considerati eredi legittimari l'uno dell'altro e hanno diritto a una quota minima dell'eredità del partner, oltre al diritto di abitazione nella casa familiare.
Il convivente non ha diritto all'eredità del partner a meno che sia specificamente citato nel testamento del defunto. Senza testamento, il convivente non eredita nulla, tranne il diritto di abitazione nella casa familiare per un periodo limitato. - Pensione di reversibilità:Solo i coniugi hanno diritto alla pensione di reversibilità dell'altro coniuge defunto; questo diritto non spetta in caso di convivenza.
- Assistenza:I conviventi hanno diritto alla reciproca visita, assistenza e accesso alle informazioni personali in caso di malattia o ricovero, seguendo le stesse regole previste per i coniugi e i familiari.
- Separazione:La separazione dei coniugi richiede una procedura formale, che può confluire poi nel divorzio, mentre la separazione dei conviventi può avvenire di fatto senza una procedura specifica, sebbene il ricorso al giudice possa essere necessario per regolamentare l'affidamento e il mantenimento dei figli in caso di mancato accordo.
In conclusione, la scelta tra matrimonio e convivenza dipende dalle preferenze personali e dalle circostanze di ciascuna coppia, ma è importante essere consapevoli delle differenze legali che possono influire su vari aspetti della vita coniugale.
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Salvatore Aliotta- tel: 3355222617
Vicepresidente.
Centro Studi Familia.
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